TANI OTOSHI

Tani Otoshi (caduta nella valle) è la seconda tecnica del quarto kyo.

Opportunità: Uke posizionato all’indietro sui talloni

Kuzushi:
Dopo un tentativo di squilibrio in avanti da parte di tori, uke reagisce spostando all’indietro sui talloni il proprio peso.

Tsukuri e Kake:
Tori controlla, si posiziona lateralmente a destra di uke spostando la direzione dello squilibrio all’indietro e facendo scivolare la propria gamba sinistra come sbarramento dietro i talloni di uke, quindi si lancia a terra sul proprio fianco sinistro (in Yoko sutemi) provocandone la caduta.

Tani Otoshi si presta molto e viene spesso utilizzata per kaeshi waza

YOKO OTOSHI

Yoko Otoshi è la terza tecnica del terzo gruppo del Go Kyo

Con Kumi-Kata destre, tori cerca di squilibrare Uke a sinistra spostando il proprio piede destro verso destra, di conseguenza Uke nel tentativo di recuperare l’equilibrio sposterà il proprio peso dalla gamba sinistra alla gamba destra.

Sfruttando questo movimento, Tori romperà l’equilibrio verso destra ed avanzando il piede sinistro a fianco della caviglia destra di Uke si lascerà cadere sul fianco sinistro tirandolo continuamente a sinistra con entrambe le mani e facendolo cadere alla propria sinistra col corpo pressoché parallelo al proprio

Kumi Kata

Kumi Kata, sono le prese al judogi che si effettuano per poter eseguire le tecniche di lancio.

Sono indispensabili nel Judo e per quanto siano semplici da eseguire nella parte puramente tecnica e dimostrativa, sono complesse e difficili da fare nello Shiai a causa dell’ostruzione dell’avversario.

Esistono kumi kata fondamentali (manica e bavero) utilizzate generalmente nei Kata, e nel Judo puramente tecnico ed esistono dei kumi kata non fondamentali molto utilizzati nello shiai

Nel Judo-competizione, una buona kumi kata è il primo passo verso un buon judo e verso la conquista di massimi livelli in gara.

Nei primi tempi, rompere le prese del proprio compagno di allenamento era considerato contro lo spirito del judo.

I tempi sono cambiati e pur mantenendo saldamente le proprie origini, Judo è diventato sempre più uno sport da combattimento, moderno e dinamico; la prima cosa che cercano di fare gli atleti in gara, è impostare le proprie prese, cercando di impedire all’avversario di fare altrettanto.

La lotta per le prese richiede mani veloci ed ottimi riflessi, oltre ad una considerevole forza nelle spalle, braccia e mani.
In gara riuscire ad imporre le proprie prese determina quasi sempre la vittoria dell’incontro.

Nel randori per allenare le proprie kumi kata esiste un esercizio specifico: Sotai Renshu, che consiste nell’effettuarle e spostandosi per il tatami cercare di rompere l’equilibrio o la posizione di Uke con le sole prese; occorre dedicare parte dell’allenamento e fare un po di lotta per le kumi kata personali, ma senza togliere troppo tempo alla tecnica ed alle proiezioni.

Agonisticamente parlando si può certamente affermare che ogni tecnica abbia una propria kumi kata, che anche se differisce di poco non è mai uguale ad un’altra.

La presa manica/bavero con avversari simmetrici si chiama Ai-Yotsu.
Con posizione destra, la mano sinistra posizionata alla manica, può prendere vicino al polso, all’altezza del gomito e addirittura all’altezza della spalla.
La manica può essere presa sul davanti, per una trazione diretta o sul retro per una trazione in rotazione e più bloccante a mo di “cavatappi”.
La mano destra che prende il bavero sinistro, può partire dall’altezza del petto od anche da più in basso, fino ad arrivare dietro al collo od anche oltre; può prendere in cintura oppure il judogi sulle spalle o sulla schiena.

Le prese contrapposte, un destro contro un mancino, si chiamano Kenka-Yotsu. Ciò detto, è solo per dare un’idea di quante possibili kumi kata si possano eseguire ma esistono molte varianti ed ogni atleta ha le sue preferite.

Concludendo, si può affermare che se dieci atleti eseguissero la stessa tecnica, certamente userebbero dieci kumi kata diversi.

Yoko-sutemi-waza

– tecniche di sacrificio cadendo di lato

  • Yoko-otoshi (Caduta laterale)
  • Tani-otoshi (Caduta nella valle)
  • Hane-makikomi (Avvolgimento ad ala)
  • Soto-makikomi (Avvolgimento esterno)
  • Uchi-makikomi (Avvolgimento all’interno)
  • Uki-waza (Tecnica fluttante)
  • Yoko-wakare (Separazione di fianco)
  • Yoko-guruma (Ruota laterale)
  • Yoko-gake (Agganciamento laterale)
  • Daki-wakare (Abbraccio e separazione)
  • Osoto-makikomi Grande avvolgimento esterno)
  • Uchi-mata-makikomi (Avvolgimento con falciata interna della gamba)
  • Harai-makikomi (Avvolgimento spazzando)
  • Ko-uchi-makikomi (Piccolo avvolgimento nterno)
  • Kani-basami (tecnica proibita in gara)
  • Kawazu-gake (tecnica proibita in gara)

Le tecniche di Yoko-sutemi-waza rientrano nel gruppo dei Sutemi-waza; sono dette anche tecniche di sacrificio perché tori per eseguirle deve sacrificare il proprio equilibrio e col proprio corpo prendere appoggio a terra per proiettare uke; in questo caso terminando l’azione appoggiato o in ponte, sul proprio fianco. Da qui la denominazione “Tecniche di sacrificio

Nel tempo molte proiezioni hanno modificato la loro forma originale inserendo la dinamica dei Makikomi per dare maggiore incisività alla tecnica.
Proiettare in Makikomi è esteso, in particolare dagli agonisti, a molte tecniche di lancio, dove Tori controllando Uke e tenendolo vicino, ruota andando a terra aiutandosi con il peso del corpo.


In merito alla loro classificazione ci sono diversi atteggiamenti;
Molti insegnanti sostengono che vi sia una classificazione comprendente solo i Makikomi. In Giappone c’erano discordanze tra le scuole, alcune li inserirono in un gruppo a sè, altre li collocarono nei Te-Waza, ma già nel 1° Go-Kyo del 1895 il M° Jigoro Kano aveva inserito Soto-Makikomi tra gli Yoko-Sutemi-Waza; poi tutte le scuole hanno concordato per la loro collocazione in questo gruppo.


MAKI = AVVOLGIMENTO A SPIRALE VERSO IL BASSO
KOMI = CONTRO DI SE, DA SOTTO
Caratteristica della tecnica

  • FORTE CONTATTO TRA TORI E UKE
  • AVVOLGERE A SPIRALE
  • USO DELLA MASSA CORPOREA PER TRASCINARE A TERRA

Come si può notare anche dal filmato seguente, le tecniche di makikomi sono comprese in questo gruppo.

Nel filmato che segue vengono riproposti lanci di Yoko-sutemi-waza eseguiti con diverse opportunità. Viene inoltre messo in risalto che a volte basta cambiare direzione di lancio e seppur con adattamenti simili, la tecnica cambia il proprio nome.

Bibliografia: Bisi Budo, MercuRyu,